Giuseppe Gavazza

Giuseppe Gavazza

Ghiacciaia del Parco Neogotico, Ameno

Giuseppe Gavazza, nato nel 1957, vive e lavora a Torino. Dopo gli studi scientifici universitari a Torino si è diplomato in Composizione al Conservatorio di Milano con Azio Corghi e si è dedicato ad altri interessi musicali ed artistici (tecnologici e non) collaborando con certi di ricerca e produzione in Italia, Germania e Francia.

Ha partecipato con successo a concorsi internazionali di composizione, ha partiture edite ed incisioni discografiche, è stato eseguito e radiotrasmesso in Italia e all'estero.

E' stato invitato come artista in residenza da diverse fondazioni internazionali in Italia, Francia, Norvegia, USA. Si è dedicato all'organizzazione musicale ed artistica e da circa 15 anni collabora con artisti visivi, poeti, architetti, registi, attori, scrittori cercando nuovi spazi e nuove occasioni per la sua musica ed i suoi suoni.

Dal 1992 è docente di Elementi di composizione per didattica al Conservatorio di Cuneo.

Once upon a music
Colonna sonora per un racconto che non c'è

Tutti i “suoni organizzati”  (grazie a Edgar Varèse  per questa definizione *1) che costituiscono Once upon a music sono stati registrati durante la residenza presso Asilo Bianco in Ameno nel luglio 2007. Il cuore verde tra due laghi ha concesso interviste: ho camminato con il registratore portatile per molte ore, nei giorni della residenza: tra le mura della mio Asilo, nei vicoli, sulle piazze, nei giardini di Ameno, sui sentieri, tra i boschi, su ponti e sentieri, su strade, nei prati e tra i campi nei dintorni.

Il lavoro più difficile è stato - come sempre avviene nel montaggio – scartare e scegliere una parte minuscola di quanto registrato. E' il lavoro crudele della selezione necessaria al distillatore: di molte ore di registrazioni si scelgono pochi minuti che mescolano voci umane e di altri animali liberi o addomesticati, molti passi su terreni diversi, acque, vento, rumori artificiali di motori in terra e in aria, ritmi di gesti, suoni di lavori leggeri e pesanti...

L'artificio è consistito nel disporre, mescolare, sovrapporre quei suoni in un tempo ristretto adatto all'ascolto. Tra i suoni scelti ci sono anche musica “vera” registrata per caso: l'ho adottata (le riprese del frammento pianistico sono gli unici frammenti sonori non registrati ma eseguiti successivamente) come ponte di unione – o sipario – tra i diversi capitoli,  suggerito dalla somiglianza armonica con la più celebre Promenade della storia della musica: quella dei Quadri di un'esposizione di Musorgskij.

I quadri acustici seguono il filo narrativo di un racconto che non c'è: per una volta la colonna sonora nasce prima del racconto e ne segna la traccia che lo accenna. Mi piace l'idea che qualcuno, adesso, possa raccontarlo con le parole.